“L’aneurisma dell’aorta ascendente, la parte di vaso più vicina al cuore, è una malattia subdola e potenzialmente mortale che colpisce circa 300.000 italiani, con 1.800 nuovi casi l’anno. Se fosse una malattia infettiva si parlerebbe di una vera e propria epidemia” sostiene il prof. Roberto Di Bartolomeo, Direttore della Cardiochirurgia del Policlinico Universitario S. Orsola Malpighi di Bologna, in occasione dell’ottava edizione del Corso “Surgery of the Thoracic Aorta“, in svolgimento a Bologna, diretto dallo stesso Di Bartolomeo, con il patrocinio della Società Italiana di Chirurgia Cardiaca (SICCH) di cui è presidente, del Collegio Italiano dei Cardiochirurghi, della Society of Thoracic Surgeons americana, dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna e dell’Azienda Ospedaliera di Bologna.
Grande attenzione quindi all’aneurisma dell’aorta da parte dei massimi esperti mondiali. Si tratta di una dilatazione della principale arteria vicina al cuore, – che trasporta circa 200 milioni di litri di sangue nell’arco di una vita media e ha un diametro di 3 cm – un vero e proprio “sfiancamento” del diametro di oltre i 4,5 cm che si manifesta in modo asintomatico nel 95% dei casi.
“Colpisce maggiormente gli uomini rispetto alle donne, con un rapporto di 3 a 1, e la fascia di età tra i 55 e i 75 anni. Le cause principali sono di natura congenita – legate a malattie che indeboliscono o alterano le pareti dell’aorta come la sindrome di Marfan, di Loeys-Dietz – o l’arteriosclerosi; importanti anche i traumi derivati da violenti tamponamenti stradali che portano l’aorta a lacerarsi. Il fumo, l’ipertensione e la familiarità sono fattori di rischio determinanti per l’aneurisma dell’aorta” prosegue il prof. Di Bartolomeo.
Se non diagnosticato in tempo, l’aneurisma può andare incontro a rottura improvvisa o a dissezioni delle pareti della stessa aorta ed è quindi potenzialmente mortale, con un rischio correlato direttamente ai diametri dell’aneurisma. “Solo il 5% avverte dei sintomi, come dolore al torace o insufficienza respiratoria, ma nella maggioranza dei casi l’esordio dell’aneurisma avviene come un ‘fulmine a ciel sereno” sostiene Marco Diena, Direttore dipartimento cardiovascolare clinico Istituto San Gaudenzio di Novara e Presidente Cardioteam Foundation onlus, in base ai dati pubblicati sulle maggiori riviste scientifiche, “Una malattia subdola che però è possibile diagnosticare e trattare se individuata per tempo”.
“In particolare, la diagnosi di aneurisma dell’aorta ascendente – piuttosto pericoloso perché in questa sede nascono le arterie coronarie ed è inserita la valvola aortica che può essere coinvolta provocando una sua disfunzione – si può fare con un ecocardiogramma, un esame non invasivo ed a basso costo che richiede solo 20 minuti di tempo. Su queste basi la Cardioteam Foundation Onlus ha lanciato nel maggio 2014 la prima campagna in Italia di screening degli aneurismi dell’aorta ascendente” prosegue Diena.
La campagna nazionale prende il nome di ‘Cardioteam prevenzione aneurisma’ ed ha il patrocinio della Società Italiana di Cardiochirurgia (SICCH) e della Società Italiana di Ecocardiografia (SIEC) e come testimonial l’attore Massimo Boldi. Lo screening viene condotto con un ecocardiogramma su un ambulatorio mobile, chiamato Cardiovan, che gira per le piazze italiane ed in 10 centri di Cardiochirurgia sul territorio nazionale. I dati raccolti entrano poi a far parte dello studio multicentrico PARSIS STUDY (Prevention Aortic Rupture Screening Italian Study).
Da giugno 2014 a settembre 2015 sono stati esaminati con esame ecocardiografico 5.600 persone tra i 55 e i 75 anni escludendo chi aveva una cardiopatia nota. Il 55% donne ed il 45% uomini con un’età media di 63,4 anni con i seguenti fattori di rischio cardiovascolare: sovrappeso 37,6%, ipertensione 24,5%, dislipidemia 14,5%, obesità 12,5%, fumo 19,1%. Il diametro medio dell’aorta ascendente era di 32,1 mm, dato sovrapponibile a quelli della letteratura.
È stata riscontrata una dilatazione aneurismatica dell’aorta ascendente con diametro maggiore di 4 cm in oltre 200 persone, il 3,5% degli esaminati. In oltre 40 persone è stato scoperto un aneurisma misconosciuto di grandi dimensioni e quindi potenzialmente letale.
Ma c’è di più. Oltre all’aneurisma dell’aorta ascendente, l’ecocardiogramma diagnostica la maggior parte delle cardiopatie ad esclusione di quelle coronariche. In 274 persone sono state riscontrate altre malattie cardiache misconosciute, tra cui un vizio valvolare aortico moderato o severo (0,7%) e una malattia moderata o severa della valvola mitralica in 65 persone (1,1%).
“Lo screening effettuato tramite ecocardiogramma si è rivelato quindi molto efficace nel rivelare gli aneurismi dell’aorta ascendente nella popolazione apparentemente sana e altre malattie cardiache. Può davvero salvare la vita” conclude Diena.