Dal 1 gennaio 2022 scattano gli adeguamenti delle pensioni

Per il 1 gennaio 2022 è previsto l’aumento dell’importo delle pensioni per effetto dell’adeguamento all’inflazione prevista nel 2021.

L’adeguamento all’inflazione delle pensioni, o perequazione, è un meccanismo automatico reintrodotto nel 2021 per adeguare le stesse all’aumento dei prezzi tutelando il potere d’acquisto dei pensionati. In parole povere, le pensioni vengono rivalutate annualmente per adeguarle al costo della vita.

L’aumento sarà dell’1,7% rispetto al 2021, salvo conguaglio da effettuarsi in sede di perequazione per l’anno successivo. Al momento si tratta di numeri non ancora precisi, di dati provvisori, che sono stati calcolati nel periodo gennaio-settembre, mentre per il successivo periodo ottobre-dicembre si ha solo una mera stima.

Per avere il dato definitivo, infatti, bisognerà attendere il mese di gennaio 2023. Un dato che potrebbe essere uguale, più alto o più basso, con relativo conguaglio a favore o sfavore dei pensionati.

C’è inoltre un ritorno al passato. Viene abbandonato il meccanismo di rivalutazione, utilizzato negli ultimi dieci anni, per tornare invece a quello che è un meccanismo molto più semplice, a fasce, si ritorna ai cosiddetti ‘tre scaglioni Prodi’, peraltro molto più generosi per i pensionati.

Senza addentrarci in tecnicismi vari, possiamo dire che con il predetto meccanismo per le persone si attua una rivalutazione piena al 100% fino a 4 volte il minimo (ovvero 2.062 euro lordi), al 90% sulla quota di pensione tra quattro e cinque volte il minimo (fascia tra 2.062 e 2.577,90 euro) e del 75% sulle pensioni oltre cinque volte la quota minima.

A mero titolo esemplificativo, una pensione di 2.000 lordi euro al mese godrà di un incremento (lordo) di 34 euro mensili, una pensione di 2.500 euro lordi al mese, localizzata cioè tra 4 e 5 volte il minimo Inps, otterrà quasi 42 euro al mese in più.

Nella Tabella qui di seguito sono indicati i relativi aumenti.