Lo scorso 16 novembre c’è stato un vertice tra Governo e Sindacati dal quale sono emerse due importanti novità in materia di riforma delle pensioni.
La prima novità riguarda il fatto che le parti mirano al superamento della Legge Fornero, entro il 2022, attraverso la prosecuzione dei negoziati. La seconda, invece, attiene allo studio di eventuale correttivi da attuare con la Legge di Bilancio 2022.
Si è trattato di un vertice meramente interlocutorio dove Governo e Sindacati hanno cercato di definire i tratti salienti della riforma, attesa per fine anno, ma che alla fine è stata rinviata poiché si è deciso di inserire alcune misure di flessibilità in uscita limitate al 2022.
Per i Sindacati, infatti, è di fondamentale importanza la flessibilità d’uscita dal mondo del lavoro, mantenendo l’opzione agevolata per le donne e le categorie svantaggiate, con un’uscita graduale da Quota 100 grazie a Quota 102. Il Governo, invece, insiste sulla sostenibilità del sistema.
Le ipotesi sul tavolo di lavoro sono molteplici, tra le più papabili vi sono:
- La possibilità di andare in pensione a 63 o 64 anni con ricalcolo contributivo oppure con limitazione della platea di chi ha maturato pensioni
- Andare in pensione con una ipotesi analoga a Quota 102
- Pensione anticipata a 41 anni di contributi e vincolo anagrafico (63 anni)
- Abbassare l’età per la pensione di vecchiaia, 64 anni, mantenendo invariato quello per la pensione.
Tra le priorità del vertice anche i giovani. L’obiettivo è quello di assicurare il loro inserimento in un mondo del lavoro stabile, onde evitare carriere frammentarie e stipendi bassi, che andrebbero ad influire sulle future pensioni.
Redazione Terzaeta.com
