Una ricerca pubblicata sulla rivista online Evidence Based Mental Health suggerisce che, bassi livelli di acido folico o folato (vitamina B9) nel sangue possono essere collegati a un aumentato rischio di demenza e di morte per qualsiasi causa nelle persone anziane.
I ricercatori capitanati dalla dott.ssa Anat Rotstein, Ph.D., della Icahn School of Medicine at Mount Sinai a New York City hanno esaminato le associazioni tra carenza di folati sierici e rischi di demenza e di morte per qualsiasi causa in un gruppo di 27.188 adulti di età compresa tra 60 e i 75 anni senza demenza preesistente.
Dallo studio è emerso che circa 3418 partecipanti erano carenti di folato, con livelli inferiori a 4,4 nonogrammi per millimetro di sangue. La carenza di folato era associata a un rischio sostanzialmente accresciuto di demenza o di morte per qualsiasi causa.
Tra coloro che erano carenti di folato, l’incidenza della demenza è stata stimata in 7,96 per 10.000 persone l’anno, mentre la morte per qualsiasi causa è stata stimata in 19,20 per 10.000 persone l’anno. Ciò si confronta con un’incidenza stimata di demenza di 4,24 e di morte per qualsiasi causa di 5,36 per 10.000 persone l’anno tra coloro che non erano carenti di folato.
Dopo aver tenuto conto di fattori potenzialmente influenti, tra cui diabete coesistente, depressione, declino cognitivo, carenza di vitamina B12, fumo e uso di integratori di acido folico, i deficit di folato avevano il 68% di probabilità in più di essere diagnosticati con demenza e quasi 3 volte più probabili morire per qualsiasi causa
I ricercatori concludono dicendo che “Le concentrazioni sieriche di folato possono fungere da biomarcatore utilizzato per modificare i rischi di demenza e mortalità in età avanzata”, aggiungendo che gli anziani dovrebbero essere regolarmente sottoposti a screening per la carenza di folati.
“Le implicazioni per la politica di salute pubblica sembrano essere il monitoraggio affidabile delle concentrazioni sieriche di folato negli anziani e il trattamento della carenza per misure preventive e/o come parte di strategie terapeutiche implementate mentre si riesaminano regolarmente i risultati clinici dei pazienti”.
Redazione Terzaeta.com