Venerdì 8 marzo, Giornata internazionale della donna, è in programma uno sciopero generale, proclamato dalla maggior parte delle sigle sindacali italiane. Uno sciopero tranfemminista, della durata di 24 ore, promosso dal movimento femminista ‘Non una di meno’ che invita tutte le donne alla mobilitazione generale ‘contro la violenza patriarcale in tutte le sue forme’. Una protesta contro la disparità di genere ma anche contro la discriminazione salariale e tutte le guerre.
Lo sciopero, durerà 24 ore, da mezzanotte fino alle 21 di venerdì 8 marzo e saranno coinvolti molti servizi pubblici e privati, compresi scuola, università, ricerca, vigili del fuoco, sanità e autostrade. Non coinvolgerà in modo totale il settore dei trasporti, dal momento che il Garante ha ridimensionato lo sciopero, poiché ha ravvisato delle irregolarità nel comparto trasporti passeggeri, per cui buona parte dei lavoratori del settore trasporti non potranno prendere parte alle proteste.
Anche la sanità aderisce alla protesta. Per l’intera giornata, per ogni turno di lavoro, dall’inizio alla fine, l’erogazione delle prestazioni, nelle strutture sanitarie, potrà subire dei ritardi. Saranno garantiti i servizi minimi essenziali previsti per il settore, come il pronto soccorso e le urgenze. Per quanto riguarda l’assistenza diretta ai degenti, sarà data priorità alle emergenze e alla cura dei malati più gravi e non dimissibili.
Le motivazioni dello sciopero generale sono elencate nei volanti delle varie sigle sindacali: si tratta di uno sciopero contro ogni forma di violenza fisica, psicologica e morale, contro ogni discriminazione salariale e di ruolo sui luoghi di lavoro e nelle istituzioni, contro ogni guerra e l’aumento delle spese militari, e a favore di servizi pubblici di qualità, lavoro stabile, riconoscimento del lavoro di cura, aumenti salariali in rapporto al costo della vita, salute e sicurezza e stato sociale. In sintesi: “Non donateci mimose”