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Salute e BenessereSindrome da Allettamento

Sindrome da Allettamento

E’ capitato a chiunque di noi, giovani e meno giovani, di alzarsi dal letto e riprendere le normali attività lavorative dopo un periodo di influenza. Ci sentiamo deboli, spossati, a volte possiamo avvertire nei primi giorni sensazioni di tachicardia sporadica e respiro affannoso durante le attività più intense. Questo accade per molti motivi, tra questi vi è indubbiamente il fatto che il nostro corpo ha combattuto contro il virus e quindi deve ancora riprendersi, ma anche perché siamo rimasti a letto immobili per qualche giorno. Ora proviamo ad immaginare cosa può succedere ad un anziano che è costretto a rimanere a letto per un’influenza, un’operazione chirurgica, una caduta ecc… Poniamo che il soggetto in questione sia leggermente dipendente nelle attività quotidiane, che magari si sposti con un bastone nelle lunghe distanze. L’allettamento e l’immobilità avranno degli effetti amplificati, avendo una capacità di ripresa più scarsa e soprattutto un equilibrio più fragile. Già dai primi giorni di allettamento e immobilità si andrà incontro ad un deterioramento della forza e del trofismo muscolare, della resistenza e densità ossea, ma non solo, possono venire meno anche funzioni cognitive, tenute in piedi dalla routine che l’anziano segue. Possono insorgere anche sentimenti di sconforto, prodromi di una possibile depressione, poiché il soggetto, vedendosi allettato potrebbe credere di non avere più speranze di recupero. L’immobilità diventa un cane che si morde la coda, poiché porta ad altra immobilità ed aumenta la dipendenza dell’anziano nelle normali attività di tutti i giorni. Dopo qualche giorno di allettamento quindi, l’anziano avrà molto probabilmente problemi a mantenere l’equilibrio, per via di molti fattori, che possono essere di tipo posturale o di adattamento alla pressione ortostatica. Mi spiego, da sdraiati il cuore deve lavorare di meno per pompare il sangue in tutto il corpo, mentre in stazione eretta deve faticare di più e potrebbe quindi dare sensazioni di nausea, capogiri, pressione bassa e sentori di svenimento. Potrebbero sorgere o accentuarsi dolori articolari e muscolari, poiché il movimento è necessario per dare nutrimento alle articolazioni, ma anche perché restando a letto, i muscoli sono più deboli e quindi danno dolore per impotenza funzionale. Potrebbe essere difficile o impossibile per l’anziano recarsi ai servizi igienici, e quindi potrebbe essere necessario l’utilizzo di un presidio, oppure di un catetere, che sarebbe un eventuale fattore di rischio per infezioni urinarie e di conseguenza utilizzo di farmaci, altro allettamento, rischio di piaghe da decubito che andrebbero solo a peggiorare il quadro già descritto. Ora, posso mettermi nei panni di chi abbia letto tutto ciò, potrebbe spaventarsi, ed è comprensibile, tuttavia bisogna conoscere i rischi per evitarli, prevenirli e nei casi peggiori affrontarli.

Per prevenire la sindrome da allettamento, potrebbe sembrare banale ma è importante muoversi, non solo a letto, muovendo braccia e gambe, ma mettendosi in piedi, poiché è il carico sulle nostre ossa, che aiuta a mantenerle sane e forti. Mantenersi attivi il più possibile, con attività che siamo in grado di eseguire ovviamente, non si può chiedere ad un novantenne di andare tutti i giorni a fare la spesa, nonostante vi sono casi che riescono a farlo egregiamente. Utilizzare il letto solo durante la notte e per un eventuale riposino pomeridiano, ma evitare di utilizzarlo come postazione fissa, poiché getta le basi per l’immobilità e l’allettamento. E’, inoltre, importante seguire un’alimentazione corretta, facendo attenzione ai diabetici, poiché una delle complicanze del diabete, il piede diabetico, è un fattore di rischio per una sindrome da allettamento.

Ora parliamo di come affrontare la sindrome da allettamento una volta che vi si è già instaurata.

Bisogna considerare il problema da un punto di vista multidisciplinare: medico, fisioterapista, infermiere professionale, OSS, logopedista ed educatore ad esempio, ma non solo.

Parlando del mio ambito, la fisioterapia, è importante partire con gradi, abituando il paziente a resistere seduto per intervalli di tempo graduali, lavorando sulla mobilità articolare, sulla forza, sull’equilibrio. Successivamente si cerca di recuperare la stazione eretta e se le circostanze lo permettono sulla ripresa della deambulazione. Tutto ciò dipende da tantissimi fattori, tra cui lo stato di salute del paziente, il tessuto sociale nella quale è inserito (supporto dei familiari ad esempio), e soprattutto dalla motivazione dell’anziano, perché in caso di scarsa o assente motivazione, il recupero diventa difficile, poiché la riabilitazione è un percorso che bisogna affrontare attivamente, faticando anche!

Il consiglio finale che mi sento di dare è il seguente, sia che si debba prevenire o affrontare la sindrome di allettamento, bisogna prefiggersi un obbiettivo che dia la motivazione ad andare avanti, scegliere una passeggiata fuori al sole, invece che un pisolino quando non vi è bisogno, e soprattutto tenersi attivi, nelle proprie possibilità a qualunque età.

Dott. Gianluca Leone (Fisioterapista)

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