Una nuova ondata di sabbia proveniente dal deserto del Sahara sta attraversando il Mediterraneo e sta per raggiungere l’Italia, portando con sé una serie di rischi per la salute pubblica. Gli esperti avvertono che la presenza di polveri sahariane nell’aria potrebbe aggravare problemi respiratori, cardiovascolari e altre condizioni mediche preesistenti. A rivelarlo è la Società italiana di medicina ambientale (Sima), commentando l’allarme lanciato da Copernicus, il servizio meteo europeo.
“Ciò che arriva dal Sahara non è la sabbia, poiché i granelli per dimensione e poso non possono essere trasportati per lunghe distanze, bensì le polveri più sottili con un diametro medio di 20 micron che ricoprono il deserto nordafricano”, spiega Alessandro Miani presidente del Sima “Polveri che possono elevarsi fino a 10 mila metri di altitudine ed essere trasportate per migliaia di chilometri, arrivando in Italia. Si stima che dal Sahara si sollevino ogni anno circa 180 milioni di tonnellate di polveri che vanno ad aggiungersi al Pm2.5 e Pm10 già presente in atmosfera, con ripercussioni avverte sul fronte della salute pubblica”.
Un fenomeno atmosferico sempre più frequente
Quello del trasporto di sabbia dal Sahara verso l’Europa, negli ultimi anni, è diventato un fenomeno sempre più frequente a causa dei recenti cambiamenti climatici. Le correnti d’aria sollevano particelle fini di polvere e sabbia dal deserto, trasportandole per migliaia di chilometri. Le regioni del Sud Italia, come Puglia, Calabria e Sicilia, convivono da tempo con questo fenomeno, negli ultimi anni, però, la sabbia del Sahara ha raggiunto anche il nord del paese.
Categorie a rischio
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’esposizione a polveri sottili può avere gravi conseguenze sulla salute, specialmente per le persone con malattie respiratorie come l’asma o la bronchite cronica, e per gli anziani e i bambini. Le particelle di sabbia sahariana possono avere al loro interno anche metalli pesanti che possono unirsi alle sostanze inquinanti già presenti nell’aria. Queste particelle finiscono per essere inalate, penetrando profondamente nei polmoni e causando irritazioni e infiammazioni.
“Durante questi eventi di trasporto di sabbia, si registra un aumento delle visite ai pronto soccorso per problemi respiratori”, afferma il dottor Luigi Rossi, pneumologo presso l’Ospedale Maggiore di Milano. “È fondamentale che le persone a rischio limitino le attività all’aperto e seguano le indicazioni delle autorità sanitarie”.
Misure di prevenzione
La situazione è continuamente monitorata dalle autorità italiane che hanno emesso degli avvisi per la popolazione. Il Ministero della Salute consiglia di:
- Per le categorie più vulnerabili, ridurre il tempo trascorso all’aperto.
- Utilizzare mascherine FFP2 quando si esce di casa, per filtrare le particelle più fini.
- Tenere chiuse finestre e porte per limitare l’ingresso della sabbia negli ambienti interni.
- Utilizzare purificatori d’aria all’interno delle abitazioni.
Impatti ambientali
Oltre ai rischi per la salute umana, la sabbia sahariana può avere impatti significativi anche sull’ambiente. La polvere può depositarsi su superfici di raccolta dell’acqua, compromettere la qualità dell’acqua potabile e influenzare negativamente le coltivazioni agricole.