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Salute e BenessereLa Protesi d’Anca

La Protesi d’Anca

La protesi d’anca è un dispositivo sanitario posizionato chirurgicamente per sostituire l’articolazione dell’anca danneggiata. Ricordiamo che l’articolazione dell’anca è costituita dalla testa del femore che si articola con l’acetabolo, una particolare zona del bacino. Possono esserci vari motivi per la sua applicazione, che verranno elencati in seguito. In ogni caso lo scopo della protesi è quello di ripristinare la funzionalità e allevia il dolore a carico dell’anca.

Le protesi possono differire anche in base al tipo e alla tipologia di materiale utilizzato:

  • Protesi totale d’anca (artroprotesi totale): sostituisce sia la testa del femore sia l’acetabolo.
  • Protesi parziale d’anca: viene sostituita solo la testa del femore.
  • Protesi di rivestimento: anziché sostituire interamente la testa del femore, questa viene “coperta” con una superficie metallica.

In termini di materiali, le protesi possono essere realizzate con diverse combinazioni di materiali come metallo, plastica o ceramica.

Il tipo di protesi e il tipo di materiali saranno adattati dall’ortopedico, che valuterà la soluzione migliore per il recupero del paziente.

La protesi d’anca viene impiantata principalmente per trattare:

  • Osteoartrosi: usura della cartilagine che riveste l’articolazione.
  • Artrite reumatoide: infiammazione cronica che distrugge le articolazioni.
  • Necrosi avascolare: riduzione del flusso di sangue alla testa del femore, che causa la morte del tessuto osseo.
  • Fratture dell’anca: spesso nelle persone anziane, una frattura grave può richiedere una protesi.
  • Displasia congenita dell’anca: una malformazione congenita che predispone all’usura precoce.

Ricordo che la protesi non è l’unico intervento in queste particolari situazioni, ma sarà sempre premura dell’ortopedico scegliere il trattamento migliore valutando singolarmente ogni caso specifico.

Dopo l’intervento di protesi d’anca, la riabilitazione è cruciale per recuperare la funzionalità e prevenire complicanze. Molto importante seguire le indicazioni dell’equipe composta da medici, fisioterapisti, infermieri e altre figure sanitarie. Ad esempio:

  • Esercizi di riabilitazione
  • Uso di supporti: deambulatore o stampelle
  • Farmaci prescritti dal medico: assumere i farmaci per il controllo del dolore e per prevenire coaguli di sangue (anticoagulanti).
  • Evitare movimenti bruschi: evitare di piegare l’anca oltre i 90 gradi, movimenti di torsione o di accavallamento delle gambe, poiché questi possono causare la lussazione della protesi. Utilizzare un cuscino tra le gambe durante il riposo sul fianco a letto, per evitare movimenti bruschi.
  • Evitare sedute basse: non sedersi su superfici troppo basse, come divani o sedie senza supporto o wc, per ridurre il rischio di lussazione.
  • Non fare sport ad alto impatto: per i primi mesi è consigliato evitare gli sport che mettono a rischio la protesi, come la corsa, il calcio o il tennis.

La prognosi post-intervento di protesi d’anca è generalmente positiva, soprattutto quando si seguono le indicazioni mediche. La maggior parte dei pazienti riacquista una buona funzionalità dell’anca, con un significativo sollievo dal dolore. È possibile camminare, svolgere le normali attività quotidiane e anche praticare sport leggeri.

Se le complicazioni vengono gestite correttamente e la riabilitazione viene seguita adeguatamente, i pazienti possono aspettarsi un miglioramento significativo della qualità della vita.

Dott. Gianluca Leone (Fisioterapista)

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