Le recenti dichiarazioni di Donald Trump su Volodymyr Zelensky hanno scatenato un acceso dibattito internazionale. Durante un comizio, il Presidente degli Stati Uniti ha definito il leader ucraino “un comico di scarso successo” diventato un “dittatore senza elezioni”, criticando la decisione di Kiev di non tenere le elezioni presidenziali nel 2024 a causa della guerra con la Russia. Secondo il Capo della Casa Bianca, Zelensky si starebbe approfittando del conflitto per consolidare il proprio potere e ottenere finanziamenti dagli Stati Uniti senza un chiaro piano per la pace.
Le parole di Trump hanno suscitato reazioni internazionali immediate e anche in Italia diversi esponenti politici si sono schierati nello scontro in atto. Benjamin Haddad, ministro francese per gli Affari Europei, ha risposto duramente, affermando che “l’unico dittatore in questa guerra è Putin. Zelensky è un eroe che sta difendendo il suo popolo e la sua nazione”. Anche diversi esponenti del Partito Repubblicano hanno preso le distanze da Trump, sottolineando che l’Ucraina è vittima di un’aggressione e che la sospensione delle elezioni è stata una necessità imposta dallo stato di guerra.
“E’ semplicemente sbagliato e pericoloso negare la legittimità democratica del presidente Zelensky”. È quanto ha dichiarato il cancelliere tedesco Olaf Scholz commentando le parole di Trump. “Il fatto che elezioni regolari non possano essere tenute nel mezzo della guerra è in linea con i requisiti della Costituzione ucraina e delle leggi elettorali. Nessuno dovrebbe affermare il contrario”, ha detto Scholz.
Il governo di Zelensky, dal canto suo, ha più volte spiegato che la legge marziale in vigore in Ucraina impedisce lo svolgimento di elezioni democratiche in un contesto di guerra. Organizzare il voto in un paese parzialmente occupato dalle forze russe e sotto continui bombardamenti sarebbe logisticamente impossibile e metterebbe a rischio la sicurezza dei cittadini. Tuttavia, le parole di Trump potrebbero avere un impatto significativo sul dibattito politico negli Stati Uniti, dove il sostegno all’Ucraina sta diventando sempre più divisivo tra democratici e repubblicani.
