Grazie ai progressi della medicina e della ricerca, la popolazione mondiale di età superiore ai 60 anni raddoppierà entro il 2050, passando dai 900 milioni di individui di oggi a quasi 2 miliardi, e supererà il numero dei bambini di età inferiore a 5 anni entro il 2020. È quanto emerge dall’ultimo Rapporto sull’Invecchiamento e la Salute dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Secondo le stime dell’Oms, a livello globale, la popolazione aumenta a ritmi sempre più veloci: oggi, per la prima volta nella storia, la maggior parte delle persone raggiungono e superano i 60 anni, mentre 125 milioni di persone nel mondo raggiungono gli 80. L’Italia, grazie ad alcuni dei fattori che hanno contribuito a raggiungere un’alta qualità della vita- dall’accessibilità universale delle cure, all’alto livello del sistema sanitario tra cui anche i risultati raggiunti nella salute materno-infantile – si attesta al secondo posto per popolazione più anziana al mondo: il 21,4% dei cittadini è over 65 e il 6,4% è over 80, seconda solo al Giappone, e medaglia d’oro d’Europa, seguita da Germania e Portogallo.
In Italia sono 2 milioni gli anziani ad aver bisogno di una badante, per una spesa media annua di 14mila euro in Lombardia, fino ai circa 9.000 del Piemonte.“Ciò significa necessariamente che i sistemi sanitari dovranno sempre più adeguarsi alle esigenze degli anziani e che le famiglie avranno bisogno di sostegno per l’assistenza, ora quasi totalmente demandata alle donne, per lo più figlie, mogli o parenti (nel 92.9% dei casi)”, dichiara Francesco Lorenti, CEO e Founder di Progetto Famiglia Network, rete che conta 30 centri di assistenza in tutta Italia dedicati alla cura degli anziani, dei malati e dei disabili.
Ma quando ci si trova di fronte alla necessità di scegliere una persona che si prenda cura del proprio caro ammalato, quali sono i criteri di scelta?
“Il colloquio per scegliere il o la badante è fondamentale per verificare i requisiti del candidato, il livello di empatia, la disponibilità e la motivazione – sostiene Lorenti– Chi necessita di un caregiver di solito ha in mente un profilo ‘ideale’ e delle richieste ben precise”.
Quali sono queste caratteristiche?
1. Le competenze: la persona selezionata deve avere almeno un paio d’anni di esperienza nel settore e un attestato di un corso di formazione in area sociosanitaria (OSS, OSA). Fondamentale poi, ancor prima di verificare le referenze, è che tutti i documenti siano in regola e che se il candidato è straniero, sia in possesso di regolare permesso di soggiorno.
2. Le referenze: chi sceglie una persona per badare ai propri cari si sente infinitamente più tranquillo se può verificare l’incarico svolto in precedenza e il livello di soddisfazione dei precedenti datori di lavoro.
3. “Un altro requisito da cui non si prescinde è la lingua – specifica Lorenti – La persona deve saper parlare l’italiano. In taluni casi mi è stato chiesto, un po’ ingenuamente, se fossi in grado di fornire badanti che capissero e parlassero il dialetto, poiché spesso l’anziano parla solo il dialetto locale”.
4. La cucina è un aspetto ugualmente fondamentale: “Non mi è mai capitata una richiesta che escludesse questa capacità: la badante deve saper cucinare, così come deve essere in grado di assistere fisicamente e psicologicamente l’anziano, curarne l’igiene personale ecc.”, prosegue Lorenti.
5. I tempi cambiano e neanche le badanti sono più quelle di una volta: “Le famiglie richiedono esplicitamente e sempre più spesso caregiver non ‘smartphone – dipendenti’ – aggiunge Lorenti – Spesso la badante è straniera e passa molto del suo tempo sui social network per comunicare con parenti o amici lontani, ma questo tempo viene sottratto al malato o alla persona da assistere, che si sente di conseguenza abbandonata a se stesso”.
6. Anche l’aspetto fisico ha una valenza, ma nel caso della scelta della badante avviene il contrario di ciò che ci si aspetterebbe: “Se la caregiver è donna le famiglie spesso richiedono esplicitamente che non sia troppo avvenente. Vogliono evitare il rischio che l’anziano perda la testa e chieda alla badante di sposarlo, con conseguente perdita dell’eredità”.
7. Infine c’è un aspetto a cui si inizia a dare maggiore importanza, evidentemente per alcune differenze di abitudini fra un popolo e l’altro. “Da qualche tempo mi viene richiesto che il/la badante non abbia un tono di voce troppo alto. Molti anziani infatti sono ‘scombussolati’ dalla modulazione molto squillante di alcuni caregiver, di provenienza soprattutto dell’Est Europa o dall’Asia”.
A volte però l’istinto di chi sceglie conta più di un buon curriculum nella scelta della persona. Anche per chi cerca un caregiver di professione.