Abbiamo concluso il nostro precedente intervento indicando l’indispensabilità di capire in maniera precisa quanto accaduto nelle strutture per anziani e disabili a seguito della pandemia di COVID- 19, le sue cause ed i possibili rimedi.
Ritornando all’analisi dei dati fino ad oggi disponibili, sembra emergere un quadro a tinte molto differenziate tra le diverse realtà territoriali e tra le varie strutture socio-sanitarie dei diversi territori.
Se si eccettuano alcune realtà particolari, il dato che sembra prevalere è rappresentato dalla concentrazione dei contagi e dei decessi in alcune strutture dello stesso ambito territoriale.
Ad esempio, approfondendo i dati relativi alla provincia di Ferrara, al 18/05/2020, su un totale di 114 anziani contagiati, 106 erano ospitati in 2 strutture accreditate (CRA: “Casa Residenza Anziani” che ricomprende le ex tipologie RSA e Casa Protetta) su 29. Altrettanto, dei 27 decessi, ben 22 sono avvenuti nelle stesse due strutture.
L’altro dato da mettere in evidenza consiste nel fatto che delle 29 CRA accreditate, 17 non hanno avuto alcun contagio e in 22 su 29 non si è registrato alcun decesso per COVID-19. Inoltre, nelle 7 strutture in cui sono avvenuti decessi per COVID-19, 5 di queste registrano 1 caso cadauna.
PROVINCIA DI FERRARA – CRA ACCREDITATE AL 18 MAGGIO 2020
N. CRA accreditate | N. CRA | N. Posti Letto* | N. Contagi | % Cont./PL | N. Decessi | % Dec/PL |
---|---|---|---|---|---|---|
29 |
12 |
1910 |
120 |
6,28 |
27 |
1,41 |
* Nel totale PL Accreditati sono conteggiati anche quelli autorizzati di CRA e quelli di Casa di Riposo se trattasi di strutture insistenti negli stessi spazi senza separazione fisica netta.
Lungi da noi il voler minimizzare eventi che hanno determinato lutti e sofferenze, vorremmo provare a capire quanto è successo partendo dalla lettura, analisi e confronto dei dati al fine di poter definire nuove strategie e di ri-mettere a punto le pratiche gestionali ed operative che meglio hanno dato prova di sé di fronte all’emergenza.
Sappiamo bene che alcune aree del Paese hanno vissuto e, in alcuni casi, stanno ancora vivendo situazioni drammatiche a cui occorre dare diverse tipologie di risposta.
Noi, vorremmo portare il nostro contributo sul piano tecnico, in ambito qualitativo e di risk-management, senza per questo non essere attenti agli aspetti socio-politici che tali problematiche comportano.
I tanti comitati di famigliari di utenti in strutture protette colpiti dal COVID-19, nel chiedere di conoscere “la verità” su quanto accaduto, non stanno solo reclamando risarcimenti economici né sporgendo denunce contro medici, ospedali, infermieri e personale socio-sanitario che in molti casi sono stati le prime vittime della pandemia, “ma per il rispetto e la dignità di chi non c’è più vogliono sapere se nella Rsa tutto ha funzionato come doveva. A partire dall’esistenza di linee guida da attuare in caso di epidemia. L’accertamento probabilmente dovrà fare luce sulla presenza di dispositivi di protezione personali per pazienti e operatori nella primissima fase del contagio. Sulla rapidità dei tamponi e sull’efficacia delle misure adottate per isolare i pazienti positivi”.1
Il 22 maggio 2020 Cgil, Cisl e Uil Lombardia nel denunciare l’assenza di dialogo con l’istituzione regionale, affermano che “non sono bastati i numeri choc delle morti nelle fasce di popolazione più fragili a partire dagli anziani ospiti nelle Rsa lombarde, o spesso abbandonati al proprio domicilio per convincere Regione Lombardia che sono stati fatti errori e che è indispensabile cambiare strada. Gli incontri (…) dove sono stati illustrati gli indirizzi per la riapertura in sicurezza delle strutture del sistema socio sanitario lombardo confermano l’assenza di un progetto di gestione del rischio, di risposta ai bisogni a alla qualità dell’offerta assistenziale, e una prospettiva di riorganizzazione della rete dei servizi territoriali. La sicurezza viene garantita se si coinvolgono tutti i soggetti compresi i lavoratori e gli operatori del sistema che in questa drammatica situazione hanno comunque garantito la tenuta dei servizi. Con la Delibera di Giunta che Regione Lombardia sta per assumere, sembra preoccuparsi solo di indicare le responsabilità in capo agli enti gestori e alle Ats. Chiediamo al Presidente di regione Lombardia, ad Anci e agli enti gestori di modificare questo approccio e a realizzare percorsi condivisi per una ripresa sicura”.2
È invece di questi giorni la richiesta dei comitati dei familiari dei morti da covid-19 nelle RSA dell’Emilia-Romagna per l’istituzione di una commissione d’inchiesta regionale. Secondo i familiari, infatti, “non si può tentare di superare questa ferita che ha riguardato migliaia di persone senza fare piena luce su quanto accaduto. E questo non è un compito demandato alla sola magistratura, ma anche alla politica”. (…) Secondo i comitati e il Codacons, “lo stupore con cui i dirigenti presenti all’incontro si sono posti di fronte alle prove di ciò che non è andato nelle strutture lascia alquanto attoniti sull’efficacia dell’attività ispettiva e di controllo della Regione e del sistema sanitario regionale, anche solo in termini di verifica di qualità del servizio”, che non permette di “capire chi ha sbagliato e individuare le mele marce in un cesto con moltissime mele sane”.3
Come detto, questi sono piani di lavoro diversi e che bisogna tener distinti dai “nostri”, cercando di portare il proprio contributo al fine di migliorare la qualità dei servizi e la qualità della vita degli utenti delle strutture di accoglienza di anziani e disabili, consapevoli al contempo che non esiste qualità se non è qualità per tutti: per gli utenti (ospiti, famiglie), per le strutture (operatori, enti gestori), per le istituzioni (Regione, Comuni, Aziende Sanitarie), per le rappresentanze sociali (Organizzazioni Sindacali, Associazioni di categoria e di promozione sociale e diversi stakeholders).
1 Luca Serafini, Arezzo, Coronavirus: dieci morti alla Rsa, depositato esposto alla procura dei familiari: inchiesta al via”, CORRIERE DI AREZZO.it, 24 aprile 2020.
2 RSA e Covid-19: una strage annunciata”, Valseriana news, 7 luglio 2020.
3 Emilia Romagna. Rsa, ora comitati vogliono commissione d’inchiesta”, SuperAbile, 14 luglio 2020.
Felice Maran
Esperto di qualità dei servizi socio-sanitari, è stato Responsabile di Servizi Sociali comunali e Coordinatore dei Servizi Sociali dell’Az. USL di Ferrara; Direttore delle Attività Socio-Sanitarie della stessa AUSL; Direttore del Distretto Ovest dell’AZ. USL di Ferrara. Autore di articoli e pubblicazioni di settore, ha svolto attività di ricerca, docenza e formazione presso l’Università di Ferrara ed Enti di formazione.