Il diabete è una malattia metabolica cronica, in cui l’organismo, non essendo in grado di produrre o utilizzare completamente l’insulina, causa un difetto del metabolismo dei carboidrati e, in misura minore, delle proteine e dei grassi, per cui i reni, per liberare l’organismo dall’eccesso di zuccheri (glicemia), cominciano a eliminarli attraverso l’urina. L’aumento della glicemia provoca danni in tutte le strutture dell’organismo, aggravando il rischio di complicanze, quali disturbi circolatori, insufficienza renale, ictus e problemi neurologici.
Vi sono due principali tipi di diabete: il tipo I, o diabete mellito insulino-dipendente in cui la produzione di insulina cessa completamente e il diabete di tipo II, in cui l’organismo non produce una quantità sufficiente di insulina o non è in grado di utilizzarla.
Il diabete mellito di tipo I è detto anche diabete giovanile poiché colpisce i bambini e i giovani e solitamente si manifesta entro i 20 anni, quando le cellule insulari pancreatiche vengono distrutte, compromettendo la produzione di insulina. Esso costituisce il 10-15% dei casi di diabete mellito.
Il diabete mellito di tipo II, o non insulino-dipendente, detto anche diabete senile ha uno sviluppo più lento e colpisce in genere le persone anziane sovrappeso, ma può manifestarsi anche in soggetti di peso normale.
Sintomi
La sintomatologia del diabete mellito, pur manifestandosi con caratteristiche ben determinate, presenta una grande varietà di espressioni legate sia al grado di gravità della malattia sia a condizioni oggettive quali l’età del paziente, la concomitanza di altre malattie, ecc. Viene diagnosticato attraverso l’individuazione di presenza di glucosio nell’urina e livelli anomali di glucosio nel sangue. La diagnosi è risolta dopo restituzione alla normalità di tali parametri per trattamento insulinico.
L’insorgere del diabete può manifestarsi in modo molto poco avvertibile. Una maggiore affaticabilità, la comparsa di prurito specialmente in regione anale e vulvare, un aumento della quantità delle urine, una sete non giustificata, frequenti infezioni della pelle e lenta cicatrizzazione delle ferite, dovrebbero consigliare un esame delle urine, alla ricerca dell’eventuale presenza di glucosio. A uno stadio più avanzato, segni che devono far sospettare il diabete mellito sono: dimagramento, disturbi digestivi, nausea, nevralgie, turbe della vista, crescente affaticabilità, aumento dell’urina prodotta rispetto all’acqua ingerita. Molto importanti sono i segni che denunciano un’alterata circolazione specialmente agli arti inferiori (chiazze livide sulla cute, dolori, alterazioni della sensibilità, ecc.) e la possibilità di una gangrena. A livello dell’apparato genitale importanti sono i segni di impotenza sessuale nel maschio e di alterazioni del ciclo mestruale nella donna. I danni al sistema nervoso si manifestano con intorpidimento intellettuale e depressione.
Nel diabete giovanile, la sintomatologia insorge in modo brusco e si sviluppa più rapidamente che nell’adulto.
Il diabete mellito colpisce all’incirca l’1-2% della popolazione. Può provocare danni a cuore, occhi, reni e arti, e costituire un fattore di rischio nel caso di una eventuale gravidanza. Un adeguato e tempestivo trattamento può, tuttavia, ridurre notevolmente queste complicanze.
Cause
Le cause del diabete possono essere diverse. Il pancreas, organo facente parte dell’apparato digerente, produce il succo pancreatico coinvolto nei processi digestivi, ma svolge anche la funzione di ghiandola endocrina, secernendo un ormone, chiamato insulina, che facilita l’ingresso del glucosio nei tessuti dell’organismo, fornendo energia per le attività del corpo.
Nei diabetici il glucosio non può essere utilizzato dal cervello e dagli altri tessuti che in genere lo usano come carburante, in quanto il suo ingresso viene impedito a causa di un deficit di insulina o dell’alterazione dei recettori di quest’ormone presenti nelle cellule. Di conseguenza, lo zucchero si accumula nel sangue e viene espulso attraverso le urine. Nel diabete di tipo I, il problema consiste di solito in una grave o totale riduzione della produzione di insulina; nel diabete di tipo II, il pancreas produce una considerevole quantità di insulina, ma ciò non è sufficiente per le necessità dell’organismo, soprattutto perché i tessuti sono spesso resistenti agli effetti dell’ormone. In alcuni pazienti affetti da quest’ultimo tipo di diabete, tale resistenza è dovuta a prolungata obesità.
Se non trattato, il diabete può risultare letale. Infatti la morte da coma diabetico rappresenta l’inevitabile conclusione della malattia, se non viene seguita la terapia insulinica. In tutte e due le forme di diabete, il protrarsi per molti anni di una condizione in cui i livelli di glicemia si mantengono moderatamente alti può alla fine causare, come già detto, malattie ai reni, compromissione della vista (per la rottura dei vasi sanguigni della retina), l’opacizzazione del cristallino (cataratta diabetica). Inoltre, la riduzione del flusso ematico agli arti, con disturbi come l’intorpidimento degli stessi e la perdita della funzionalità, può in taluni casi gravi richiederne l’amputazione.
Altre patologie connesse con il diabete sono un aumento del rischio di infarto del miocardio e ictus. Nel caso di una gravidanza, il diabete è associato a mortalità elevata del feto e ad anomalie congenite.