Chi era abituato a fondare le sue certezze sui luoghi comuni e cioè sul fatto che nascere in Sardegna avrebbe di certo consentito di vivere a lungo ed in forma, deve ricredersi. La terra della longevità è collocata qualche chilometro più ad est e corrisponde per la precisione alla regione Toscana.
Una ricerca condotta dal PSSiR, il Piano Sanitario e Sociale Integrato Regionale, ed illustrata a Firenze all’Auditorium di Sant’Apollonia in occasione della presentazione del nuovo PSSIR, sostiene infatti che la vita media, negli ultimi quindici anni, si è notevolmente allungata: circa quattro anni, sia per gli uomini che per le donne.
Ne deriva che gli uomini toscani, mediamente, vivono fino a 79 anni e sei mesi e sono i più longevi del mondo e le donne fino a 84 anni e 7 mesi e sono battute soltanto dalle giapponesi con un’aspettativa di vita fino a 86 anni.
I fattori benefici a fondamento di tali risultati, sarebbero da ricercare nell’ambito di una dimensione ambientale, culturale ed economica almeno per il 50/60%, secondo un secondo studio condotto in Canada.
La maggiore aspettativa di vita, infatti, è influenzata notevolmente dalle condizioni di salute dei cittadini che risentono dello stato sociale e del livello d’istruzione: più questi sono bassi e più aumentano ricoveri ospedalieri e mortalità. Ed a supporto di tali riscontri è utile richiamare anche i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, la quale riconduce all’ipertensione arteriosa, al tabagismo, all’ipercolesterolemia ed all’obesità le principali cause di morte.
Fra gli altri risultati emersi dalla ricerca, è stato evidenziato come la Toscana sia la prima regione in Europa per numero di case di proprietà e il 71% delle famiglie vive nella propria abitazione.
Inoltre, le famiglie toscane sono meno povere di quelle italiane, la Toscana riesce a dare risposte migliori alle famiglie con figli minori ed è la prima regione in Italia per la presenza di strutture di volontariato, frequentate soprattutto da studenti e da ultra sessantacinquenni che consentono alla popolazione toscana di contare su di uno spirito di aggregazione, simboleggiato dai circoli, dalle attività ricreative, dalle vecchie case del popolo, in grado di contrastare la solitudine e l’isolamento.
Ci sono infine da richiamare anche i motivi di ordine alimentare. A partire dal celebre olio toscano, gustoso e a basso contenuto calorico, principe della dieta mediterranea che nella gastronomia locale, ricca di vegetali, trova la sua massima espressione. E le culture provenienti dall’orto, favorite da un’aria salubre e pulita.
Tutti fattori che hanno consentito a Chiara Gherardeschi, uno degli operatori che seguono la stesura del nuovo PSSIR, di esclamare “Partiamo da una realtà buona ma la sfida comunque c’è. Il nostro obiettivo è costruire salute: non solo come semplice assenza di malattia, ma come stato di completo “ben-essere”, secondo le indicazione dell’Oms”. In pratica, mutuando uno slogan ben riuscito della stessa operatrice, dopo aver aggiunto anni alla vita, si tratta di aggiungere vita agli anni. Ed alla luce di tutti gli elementi osservati è possibile dire che in Toscana stanno percorrendo la strada giusta.