E’ in arrivo un nuovo salasso per le famiglie che impiegano colf e badanti. Da gennaio, infatti, vi è un aumento del 9,2% dello stipendio dei lavoratori domestici, mentre l’indennità di vitto e alloggio sale dell’11,5%.
I rappresentati dei datori di lavoro e dei lavoratori non sono riusciti a raggiungere un’intesa in occasione della terza riunione, della Commissione nazionale del CCNL sul lavoro, che si è tenuta presso il Ministero del Lavoro lo scorso 16 gennaio.
Come conseguenza del mancato accordo, le retribuzioni devono essere adeguate all’80% dell’inflazione e l’indennità di vitto e alloggio al 100%. L’aumento degli stipendi potrebbe portare molti lavoratori in regola verso il lavoro nero. E’ questo il monito lanciato da Assindatcolf (Associazione Sindacale Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico).
Colf e badanti: lievitano i costi per le famiglie
Come già accennato, lo scorso 16 gennaio si è conclusa con una fumata nera la terza riunione della Commissione nazionale del CCNL sul Lavoro domestico. L’incontro, che si tiene annualmente tra le parti datoriali e sindacali, ha come obiettivo quello di trovare un accordo sull’adeguamento degli stipendi dei lavoratori domestici in base al tasso di inflazione rilevata dall’Istat al 30 novembre.
Da parte delle associazioni datoriali vi è stata la richiesta di scaglionare nel corso dell’anno gli aumenti al fine di rendere il rincaro più sostenibile per le famiglie che impiegano lavoratori domestici, già gravati dal caro bollette e benzina, ma la proposta non è stata accolta dai sindacati poiché non aderente al dettato contrattuale.
In mancanza di un accordo, il Ministero, in applicazione dell’art 38 del CCNL lavoratori domestici, ha adeguato le retribuzioni all’80 per cento dell’inflazione e l’indennità di vitto e alloggio al 100 per cento.
Aumenti da 109 a 145 euro
Per le famiglie che applicano le retribuzioni minime contrattuali ai propri collaboratori familiari, i rincari nel 2023 possono variare da 109 euro al mese a un massimo di 145 euro. Le famiglie maggiormente penalizzate sono quelle che hanno i lavoratori conviventi.
Vediamo nel dettaglio gli aumenti.
- Badante non convivente di persona non autosufficiente, con contratto di lavoro per 30 ore settimanali, si passa dai 926,9 euro nel 2022 ai 1.012 euro del 2023 (85 euro in più in busta paga)
- Badante convivente a tempo pieno, da 1026 del 2022 a 1120,76 del 2023 (95 euro in più in bista paga)
- Baby setter a tempo pieno, o convivente, di bambino sotto i 6 anni, da 1234 euro del 2022 a 1348 del 2023 (114 euro in più in bista paga)
Inoltre, ai suindicati aumenti, sono da aggiungere le spese per 13ma mensilità, tfr e ferie, che portano le famiglie a spendere quasi 2000 euro in più all’anno. Infine, anche se non è un risultato del mancato accordo, l’aumento degli stipendi ha come conseguenza l’aumento dei contributi che le famiglie devono versare all’INPS.