In Italia, l’influenza è tra le principali cause di morte, ogni anno i decessi direttamente collegati all’infezione sono circa 8 mila, di questi il 90% sono relativi a persone di età superiore a 65 anni. In base ai dati degli ultimi anni, resta bassa la copertura vaccinale, soprattutto tra gli over 65 e le persone fragili, le categorie più suscettibili alle complicanze della malattia. Quasi il 50% di queste persone non riceve la dose di vaccino antinfluenzale o non riceve i vaccini ‘potenziati’, contrariamente alle raccomandazioni del ministero della Salute. Questi sono i dati emersi dall’incontro “Over 65 e influenza: una roadmap contro esitazione e inappropriatezza vaccinale”, organizzato alla Camera dei Deputati, a Roma, mercoledì 11 ottobre.
Secondo gli esperti, la mancanza di un’adeguata copertura vaccinale è da imputare principalmente a problemi organizzativi e culturali, che danneggiano non solo la salute delle persone più vulnerabili, ma anche la sostenibilità del servizio sanitario nazionale. Questi problemi comportano costi aggiuntivi per ospedalizzazioni e ricoveri in terapia intensiva.
Al fine di dare una risposta a questa situazione, i principali esperti italiani di geriatria, igiene e sanità pubblica, riuniti in un Board, hanno sviluppato un decalogo indirizzato alle istituzioni sanitarie, per guidare le decisioni volte a migliorare i tassi di copertura vaccinale contro l’influenza.
Nel dettaglio, le dieci raccomandazioni toccano diversi aspetti, dalla necessità di inserire, nelle circolari ministeriali, le indicazioni chiare sui vaccini da somministrare, alla necessità di controllo su approvvigionamento e somministrazione, fino all’invito, a tutti gli operatori coinvolti, ad attivarsi direttamente per sensibilizzare i cittadini. L’attività di comunicazione, inoltre, dovrebbe essere mirata nel periodo più congruo che va tra il rientro dalle vacanze all’inizio dell’autunno, con particolare attenzione a raggiungere i pazienti anziani. Un punto del decalogo, inoltre, è dedicato alla necessità di coinvolgere gli ‘avamposti’ territoriali, quindi medici di famiglia e farmacisti, “estendendo la remunerazione dell’atto sanitario della somministrazione”
“Quello che serve è una intensificazione delle misure di sanità pubblica per il rilancio delle strategie vaccinali, soprattutto verso le fasce di popolazione a rischio” sono queste le parole del Prof. Ordinario di Igiene e Medicina Preventiva dell’Università Cattolica, Walter Ricciardi, e menbro del Board.” Il documento presentato, prosegue Ricciardi, si pone l’ambizioso obiettivo di supportare le istituzioni sanitarie a tutti i livelli – centrale, regionale e locale- per invertire il trend negativo delle coperture che caratterizza la vaccinazione antinfluenzale a beneficio della salute di anziani e fragili”
RedazioneTerzaeta.com