Un recente studio ha evidenziato una connessione allarmante tra l’assunzione di cibi pro-infiammatori e un significativo aumento del rischio di sviluppare la demenza. La ricerca, condotta su un ampio campione di persone, dai ricercatori dell’University of Texas Health Science Center di San Antonio (USA), suggerisce che una dieta ricca di alimenti che promuovono l’infiammazione sistemica potrebbe aumentare il rischio di demenza fino all’84%.
Cosa sono i cibi pro-infiammatori?
I cibi pro-infiammatori includono alimenti altamente processati, ricchi di zuccheri raffinati, grassi saturi e trans, e poveri di fibre. Esempi comuni sono:
- Snack confezionati e dolci industriali;
- Bevande zuccherate e gassate;
- Carne rossa e carni lavorate (come salumi e salsicce);
- Cibi fritti e fast food.
In particolare, questi alimenti possono favorire processi infiammatori cronici nell’organismo, contribuendo ad aumentare il rischio di sviluppare una forma di demenza, come l’Alzheimer, di circa il 20%, con picchi fino all’80%.
Il legame tra infiammazione e demenza
L’infiammazione cronica è stata identificata come uno dei principali meccanismi alla base della neurodegenerazione. L’accumulo di sostanze infiammatorie nel cervello può danneggiare i neuroni, alterare le connessioni sinaptiche e accelerare i processi di invecchiamento cerebrale. La ricerca suggerisce che una dieta pro-infiammatoria possa amplificare questi effetti negativi, aumentando così la probabilità di sviluppare demenza, inclusa l’Alzheimer.
I risultati dello studio
Lo studio, pubblicato su una rivista scientifica di rilievo, ha coinvolto 1.487 ultrasessantenni monitorati per oltre tredici anni. In questo lungo lasso di tempo, circa uno su cinque ha sviluppato una forma di demenza. I risultati hanno mostrato che le persone con un’alimentazione più pro-infiammatoria, ricca di grassi saturi come il colesterolo, avevano un rischio di demenza maggiore dell’84% rispetto a chi seguiva una dieta meno infiammatoria.
“In conclusione, punteggi di indice infiammatorio più elevati sono stati associati a un aumento di demenza da tutte le cause e da malattia di Alzheimer – concludono i ricercatori – . Per questo, incoraggiamo studi futuri per indagare questa relazione”.