Un esame del sangue potrebbe aiutare i medici a individuare i segni dell’artrosi del ginocchio almeno otto anni prima che si manifestino ai raggi X. Questo è quanto afferma un nuovo studio.
L’artrite al ginocchio colpisce circa 500 milioni di adulti in tutto il mondo, 4 milioni solo in Italia. Dolore, rigidità e gonfiore possono limitare le funzionalità e portare a disabilità. Sebbene non esistano ancora delle cure, il successo di nuove terapie potrebbe dipendere dall’identificazione precoce della malattia e dal rallentamento della sua progressione.
Grazie a questo nuovo studio, i ricercatori sono riusciti a trovare una soluzione alternativa in grado di rilevare la condizione anni prima che si manifestino i primi sintomi. Dopo aver analizzato il il sangue di 200 donne bianche britanniche, a metà delle quali era stata diagnosticata l’artrosi del ginocchio e l’altra metà senza, i ricercatori hanno scoperto che un piccolo numero di biomarcatori distinguevano le donne con osteoartrosi da quelle senza.
I ricercatori hanno evidenziato che, proprio come le malattie cardiache, l’osteoporosi o il morbo di Alzheimer, l’artrosi del ginocchio è un disturbo cronico che viene generalmente diagnosticato in fase avanzata. Identificandolo precocemente, i medici potrebbero potenzialmente fermare la malattia prima che diventi debilitante, hanno detto i ricercatori.
“Il motivo per cui questo è davvero importante è che fino ad ora abbiamo pensato all’osteoartrosi come a una malattia con alterazioni radiografiche. Ma si scopre che, in realtà, ci sono molte cose che accadono prima di ciò e identificandolo effettivamente molto prima, possiamo prevenire la disabilità, il dolore e il deterioramento della qualità della vita che di solito subiscono le persone che sviluppano i cambiamenti dei raggi X,” ha detto la dott.ssa Virginia Byers Kraus, professoressa nei dipartimenti di Medicina, Patologia e Chirurgia Ortopedica presso la Duke University School of Medicine.