“Tra i Paesi dell’Ocse l’Italia è uno dei più ‘vecchi’. Un italiano, infatti, vive in media 82.8 anni, solo pochi mesi in meno rispetto alla popolazione più longeva al mondo (il Giappone). Non solo: nel 2050, un terzo degli italiani (il 33%) avrà oltre 65 anni e circa il 15% oltre 80 anni. A livello Ocse, invece, le medie saranno rispettivamente del 27% e del 10%. Queste cifre sono quindi realmente preoccupanti sul piano organizzativo“. Così dichiara Beatrice Lorenzin, Ministro della Salute, intervenendo a Parigi nel corso della 18esima sessione del Comitato salute dell’Ocse.
“Secondo il ‘Rapporto Health at Glance – ha proseguito – in Italia il totale di anni attesi in condizioni di buona salute, a partire dai 65 anni, è per le donne pari a 7, mentre per gli uomini pari a 8. La media Ocse, invece, è pari a 9 anni e in Europa i valori più alti si osservano nei Paesi del Nord, con il massimo pari a 15 anni in Norvegia. Inoltre, secondo l’Istat, nel 2013 il 48,7% delle persone dai 65 ai 74 anni e il 68,1% di quelle dai 75 anni in su dichiara di essere affetto da almeno due malattie croniche“.
La speranza di vita si è dunque allungata, e questo è certamente un bene ma, è necessario ricordare, che ciò non avviene a costo zero. Il pericolo che tutti corriamo sarà infatti quello di sopravvivere (male) senza redditi certi. Per evitare questa sventura è indispensabile mettere da parte risorse adeguate nel corso della propria vita lavorativa, essere informati e informarsi sulla gestione dei propri risparmi non solo in prossimità della pensione, ma molto prima. La sostenibilità della rendita pensionistica negli anni va pianificata guardando sempre più lontano.
A conferma di questa tendenza ci sono diversi studi. Tra i più completi e aggiornati, pubblicato lo scorso 25 ottobre, c’è il MMGPI (Melbourne Mercer Global Pension Index) che giudica la sostenibilità del reddito pensionistico considerando il sistema previdenziale pubblico, quello integrativo, i rendimenti degli investimenti e i risparmi privati. Nelle prime posizioni ci sono Danimarca, Olanda, Australia, Svezia e Svizzera. Il nostro Paese purtroppo si trova al ventesimo posto su 25, con una rating pari a C per la scarsa sostenibilità sul lungo periodo.
Se pensate dunque di vivere con l’eredità lasciata dai genitori, potreste avere un’amara sorpresa: i famosi risparmi di una vita saranno azzerati dal rischio longevità ben prima che voi ne possiate godere. Un motivo in più per fare bene i calcoli per il domani…