Tra mille incertezze, una cosa ormai è certa, la legge di Bilancio 2023, per quanto riguarda il capitolo pensioni, non favorisce le donne. Infatti, tra le varie novità introdotte dalla legge, nessuna misura prevede il pensionamento anticipato per le donne, anzi vi è il rischio che l’uscita anticipata dal lavoro risulti ritardata rispetto allo scorso anno.
La manovra introduce delle misure sfavorevoli non solo per quanto concerne Opzione donna, che è stata rivista e peggiorata, ma anche per tutte le altre misure introdotte come Quota 103 che dovrebbe sostituire la Legge Fornero e che nei fatti interesserebbe solo un numero limitato di donne.
Opzione donna
Opzione donna è una forma di pensionamento anticipato che permette alle lavoratrici di uscire dal mondo del lavoro con uno sconto medio di 53 mesi rispetto ai requisiti ordinari. Con l’ultima proroga contenuta nella legge finanziaria 2022 tale strumento è stato utilizzato dalle lavoratrici in possesso di 35 anni di contributi e 58 anni di età, entro il 31 dicembre 2021. La legge finanziaria 2023 propone di vincolare l’accesso alla presenza di una condizione soggettiva che la lavoratrice deve possedere al momento della domanda. Per cui viene meno il requisito dell’accesso libero. Viene notevolmente ristretta la platea delle donne che potranno accedere a tale strumento, fissando l’età minima a 60 anni, con possibilità di ridurla di un anno per ogni figlio fino a un massimo di 58 anni. La distinzione tra madri e non madri è fonte di numerose polemiche, c’è chi parla persino di incostituzionalità della decisione. Per questo non è escluso che il Governo possa decidere di tornare al vecchio sistema, ossia pensioni a 58 anni e 35 anni di contributi senza alcun vincolo relativo ai figli.
Quota 103
Con Quota 103 potranno andare in pensione coloro che avranno compiuto i 62 anni di età e avranno maturato 41 anni di contributi. Quindi ben 3 anni di contributi in più rispetto a quanto richiesto da Quota 100, e appena 10 mesi in meno rispetto alla pensione anticipata ordinaria. Se con Quota 100 sono riuscite ad andare in pensione solo 113 mila donne, con Quota 103 non vi è dubbio che le lavoratrici in grado di andare in pensione saranno molte di meno. I sindacati stimano che nel 2023 solo 11.340 persone riusciranno ad andare in pensione, di cui 9.355 lavoratori e solo 1985 lavoratrici. Questo poiché le donne, a differenza degli uomini, fanno fatica a maturare un numero elevato di anni di contributi, perché la loro carriera lavorativa è spesso discontinua a causa dei figli o l’assistenza di famigliari in gravi condizioni di salute.