Il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) rappresenta uno dei pilastri fondamentali del welfare italiano, in quanto garantisce l’accesso alle cure e ai servizi sanitari a tutti i cittadini. Tuttavia, i dati dell’ultimo rapporto sul rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) evidenziano un quadro allarmante: nel 2022 solo 13 Regioni su 21 hanno raggiunto la sufficienza nella capacità di garantire pienamente ai cittadini i livelli essenziali di assistenza.
Cosa sono i LEA?
I Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) sono le prestazioni e i servizi che il Servizio Sanitario Nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di un ticket, finanziati con risorse pubbliche raccolte attraverso le tasse. I LEA coprono tre macro-aree:
- Prevenzione collettiva e sanità pubblica
- Assistenza distrettuale
- Assistenza ospedaliera
Queste aree comprendono, tra gli altri, la prevenzione delle malattie, la diagnosi, il trattamento, la riabilitazione, le cure primarie e l’assistenza specialistica.
Il Ministero della Salute, attraverso il Comitato LEA, monitora costantemente il rispetto di questi livelli in tutte le Regioni italiane. Ogni anno, vengono raccolti dati riguardanti vari indicatori di performance sanitaria. La valutazione del 2023, relativa all’anno 2022, ha mostrato una situazione preoccupante, con solo 13 Regioni che sono riuscite a soddisfare pienamente i criteri richiesti.
E’ questo quanto emerge dall’analisi dei dati del Nuovo Sistema di Garanzia (Nsg), lo strumento attraverso cui viene misurata la qualità e l’appropriatezza delle cure fornite ai cittadini dal SSN.
Il sistema valuta 88 indicatori, che spaziano dalle vaccinazioni alle cure ospedalieri ai tempi di attesa, attribuendo a ciascuno di essi un punteggio da 0 a 100, in cui 60 rappresenta la soglia di sufficienza. Il monitoraggio riscontra dei miglioramenti nel sistema ospedaliero. Tutte le Regioni, ad eccezione della Valle d’Aosta, raggiungono un punteggio sufficiente con un valore massimo (98,35) raggiunto dalla P.A. di Trento, seguito da Emilia-Romagna (93,50)
Regioni promosse
Le Regioni che hanno ottenuto una valutazione positiva sono: Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Sicilia.
Queste Regioni sono riuscite a garantire un’offerta sanitaria adeguata e conforme ai LEA, dimostrando un buon livello di efficienza e qualità nei servizi sanitari.
Regioni non promosse
Le Regioni che non sono riuscite a rispettare pienamente i LEA includono: Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Sardegna, Calabria, Basilicata
Queste Regioni hanno mostrato criticità in vari ambiti, dalla prevenzione alle cure specialistiche, con conseguenze significative per la salute dei cittadini.
Le cause delle disparità
Le ragioni di queste disparità sono molteplici. Tra i principali fattori:
- Disomogeneità delle risorse finanziarie: Le Regioni con maggiori risorse economiche riescono a investire di più nella sanità, migliorando le infrastrutture e i servizi offerti.
- Gestione e organizzazione: La qualità della gestione e l’efficienza organizzativa giocano un ruolo cruciale nel garantire il rispetto dei LEA.
- Fattori geografici e demografici: La distribuzione della popolazione e le caratteristiche geografiche influenzano la capacità di fornire servizi sanitari adeguati.