È uscito il testo definitivo del consiglio dei ministri, bollinato, della manovra Finanziaria per il 2024 e ora va alla commissione Bilancio del Senato: il voto finale è previsto a metà dicembre. Il Fondo sanitario si arricchisce di 3 miliardi in più di finanziamento per l’anno prossimo e 5 per il 2025 che vanno ad aggiungersi a 2 miliardi di incremento già confermati dal decreto-legge 145 sugli enti locali. Da questo tesoretto dovrebbero venire fuori gli aumenti per i contratti 2022-24 di comparto e dirigenza sanitaria e per le convenzioni. Ma dovranno starci dentro pure gli aumenti delle ore extra lavorate in più da medici ed altro personale per far fronte alle liste d’attesa (100 euro/ora ai medici e 60 a tecnici ed infermieri); i 50 milioni di euro promessi per il ’24 e i 200 per il ’25 per includere più prestazioni nei livelli essenziali di assistenza; la possibilità per le regioni di incrementare dello 0,4% la spesa per abbattere le liste d’attesa; l’aumento del tetto per le prestazioni delle strutture private convenzionate dell’1% nel 2024 e del 3% nel 2025. C’è anche il nuovo meccanismo di remunerazione delle farmacie in cui lo stato rinuncia a una serie di sconti già chiesti in tempo recente, rivedendo nel contempo le percentuali della spesa convenzionata. Cambiano, inoltre, i tetti per la spesa farmaceutica. Sale la spesa per acquisti diretti di Asl e centrali dall’8,15% all’8,5% del fondo sanitario. Scende la spesa del servizio sanitario nelle farmacie convenzionate dal 7 al 6,8%. Entro marzo di ogni anno l’Aifa aggiornerà il Prontuario dei farmaci in distribuzione diretta PH/T individuando quelli che possono transitare a forme di distribuzione territoriale: ad esempio quelli con piano terapeutico specialistico o i PHT non coperti da brevetto che distribuibili nelle farmacie aperte al pubblico. Sale dallo 0,4 allo 0,5% del fabbisogno il premio assegnato ad ogni regione che tiene i conti in equilibrio.
Sempre dagli aumenti del Fondo sanitario dei prossimi anni si dovrà pescare per aumentare, obbligatoriamente, nelle regioni il personale medico e sanitario di case ed ospedali di comunità. Per dotare di altro personale e mezzi queste strutture previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), la spesa massima, che nel 2024 è di 328 milioni, salirà da 591 a 841 milioni nel 2025 e da 1015 a 1445 milioni dal 2026. Sempre dal 2024, per garantire l’accesso a cure palliative e terapia del dolore (legge 38/2010) il fondo è incrementato di 10 milioni di euro annui. Una quota di Rifinanziamento Ssn pari a 240 milioni di euro per il 2025 e a 340 dal 2026 è destinata all’incremento delle disponibilità per cronicità, terapia del dolore e cure palliative anche in pediatria, vaccinazioni, prevenzione a tutte le età, tecnologia sanitaria innovativa: tutti obiettivi sanitari di carattere prioritario e di rilievo nazionale fissati in base alle Finanziarie a partire dal 1996. Nell’ambito dei piani triennali degli investimenti immobiliari, l’Inail può destinare parte delle risorse a realizzare o acquistare immobili anche per ampliamento della rete sanitaria territoriale. Si prevedono infine per il Ministero della salute risparmi di spesa di 13,8 milioni nel 2024, 19,7 nel 2025 e 21 nel 2026.
La manovra non è solo questo ma è anche taglio del cuneo fiscale, inasprimento della normativa sulle pensioni, fine del superbonus casa, innalzamento dal 21 al 26% della cedolare secca sugli affitti della casa di proprietà, canone Rai ridotto a 70 euro. Per le pensioni ci sono notizie non buone. Intanto si va via ancora a quota 103, cioè a partire da 62 anni di età e 41 di contributi. Per rastrellare fino a 2,3 miliardi, vengono tagliati gli assegni di alcuni dipendenti pubblici, tra cui quelli della sanità (oltre agli insegnanti ed ai lavoratori degli enti locali); saranno infatti ricalcolati con coefficienti di trasformazione diversi da quelli prima previsti per gli anni lavorati fino al 1996, in cui vigeva il calcolo retributivo più vantaggioso. Passa inoltre da 3 a 7 mesi il tempo che i dipendenti privati devono attendere per veder accreditato il primo assegno, e da 6 mesi a 9 la finestra per i dipendenti pubblici: nel 2024 potranno lasciare il lavoro i nati entro aprile. Parziale anche il recupero dell’inflazione per i pensionati, tra 4 e 5 volte il minimo Inps (circa 2300 euro lordi) si recupera l’85%, che scende al 53% fra 5 e 6 volte, al 47 fra 6 e 8, al 36 fra 8 e 10 e al 22% (contro il precedente 32%) oltre 10 volte il minimo Inps. Norme anche per migliorare la fotografia dei contribuenti: fino all’importo di 50 mila euro, i titoli di Stato italiani e i libretti e buoni postali non rientreranno più nel calcolo dell’Isee, l’Indicatore della situazione economica familiare. Fonte Sanita33