I più importanti specialisti e ricercatori in materia di malattie neurodegenerative, tornano a riunirsi il 15 e 16 maggio all’Auditorium di Pistoia per il 6° Congresso Nazionale sui Centri Diurni Alzheimer: geriatri, neurologi, psichiatri, psicologi, infermieri, fisioterapisti, ma anche professionisti di settori connessi, architetti, informatici, vivaisti, oltre a molti specializzandi delle 40 scuole italiane di geriatria.
Grazie all’Università di Firenze, che cura la parte scientifica, e in particolare alla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, il congresso si conferma tra i principali centri di riferimento italiani nello studio e nella sperimentazione di nuove forme di assistenza delle demenze senili e dell’Alzheimer, fenomeni in continua crescita collegati all’invecchiamento della popolazione.
“Dall’Alzheimer non si guarisce”, ha ricordato il professor Ivano Paci, presidente della Fondazione, presentando oggi il programma, “ma i Centri Diurni possono fare molto per ritardarne il decorso offrendo ai pazienti e ai loro familiari un’assistenza sempre più qualificata. Purtroppo risorse e strutture non bastano a far fronte all’enorme domanda e troppe tragedie continuano a consumarsi nella solitudine delle pareti domestiche. Occorre informare, sensibilizzare e la stampa può svolgere un ruolo decisivo. Auspico perciò un’attenzione dei media costante e attiva anche, ma non solo, in occasione del convegno”.
Siamo del resto in piena emergenza mondiale sanitaria, sociale ed economica anche a causa dell’assenza di farmaci capaci di guarire, ha spiegato il professor Giulio Masotti, presidente onorario della Società Italiana di Geriatria e Gerontologia.
Oggi si stima che in Italia i malati siano già 1,3 milioni circa, 84 mila in Toscana. La casistica italiana, 1,3 milioni di anziani con demenza, significa che vi sono coinvolte almeno altrettante famiglie, ovvero almeno 4 milioni di persone, in totale circa il 9% dei 60 milioni di abitanti. Cifre impressionanti, che si moltiplicheranno nei prossimi anni. Cifre dietro cui si nascondono sofferenze insopportabili, dignità degradate e drammi familiari che non di rado finiscono in tragedia.
“Il convegno”, ha aggiunto il professor Masotti, “presenterà non poche novità. Ad esempio l’ingresso dell’informatica nella ricerca sull’Alzheimer, oltre ai risultati delle ricerche più avanzate sulle patologie cerebrali e sui farmaci e quelli di numerosi promettenti test terapeutici condotti senza farmaci anche in Toscana: con la musica, l’arte, gli animali, l’attività fisica, la cura dei giardini”.
È del resto ormai acclarato (progetto Train the Brain del CNR) che esercitare il cervello in ogni possibile modo e fare attività fisica costante aiuta non solo a prevenire la demenza, ma riesce anche a ritardare e perfino a far notevolmente regredire malattie già in atto.
“In questo”, sostiene Masotti, “i Centri Diurni sono fondamentali, così come è essenziale il livello dell’assistenza. Se non possiamo guarire, dobbiamo fare di tutto per migliorare la qualità della vita dei pazienti e dei loro familiari. In proposito il congresso presenterà le nuove Linee Guida per i Centri Diurni, ossia regole per tutti che consentano di passare dalla fase pioneristico-individualista a un’assistenza standard di alto profilo scientificamente validata. Ci stiamo lavorando da molti anni, adesso le Linee Guida sono definite anche alla luce degli studi più recenti”.