Invecchiare è “subire gli effetti del tempo che passa”. L’invecchiamento può essere definito, infatti, come quel processo che ingloba tutte le modificazioni e i cambiamenti che avvengono con il passare del tempo.
Come tutti sappiamo il tempo non si può fermare, quindi se si vive abbastanza a lungo, non si può non invecchiare. Tutti desiderano diventare vecchi, soprattutto se si considera l’alternativa, cioè morire giovani, ma nonostante ciò nessuno vuole essere vecchio. Lo testimoniano la produzione e la messa in vendita continua di nuovi prodotti antiinvecchiamento che dovrebbero servire a rimanere giovani.
In realtà, questi prodotti non fanno altro che alimentare l’illusione che si possa non diventare vecchi, senza tener conto che rifiutare il fatto che si invecchia è un modo per non affrontare la realtà, è una battaglia persa in partenza, perché la realtà si presenta prima o poi con tutto il suo peso.
La popolazione dei paesi occidentali sta invecchiando, ed è per questo che da diversi decenni ormai, il processo dell’invecchiamento è diventato oggetto di studio di numerose discipline. Fino agli anni sessanta si pensava che, nell’arco della vita umana, ci fosse una crescita che terminava in un momento massimo, al quale seguiva un inesorabile declino. L’immagine usata per rappresentare lo sviluppo nell’arco della vita era, infatti, quella della collina: crescita fino alla cima della collina e poi declino graduale.
I risultati di numerose ricerche successive ha cambiato questa visione e quello che si può affermare ora è che, pur essendo l’invecchiamento un processo molto complesso in cui entrano in gioco fattori di diverso genere, biologico, psicologico, culturale e sociale, la vecchiaia sia da considerarsi semplicemente una delle fasi della vita.
Una fase della vita con le sue caratteristiche peculiari, che può e dovrebbe essere non solo accettata e affrontata, ma anche “costruita”.
“Costruirla” significa avere un ruolo attivo nei confronti di quello che ci succede e quindi non subirlo passivamente, ma fare tutto quello che ci è possibile per affrontarlo e viverlo al meglio.
Come fare con l’invecchiamento?
Innanzitutto si può riflettere sull’idea che noi abbiamo della vecchiaia… L’anziano nella nostra cultura giovanilistica viene spesso visto come deficitario e mancante, e questo fa sì che spesso l’anziano stesso, pur avvertendo anche i cambiamenti positivi dell’invecchiamento, sia portato a sminuirne l’importanza e si perda nel rimpiangere i momenti della gioventù che ormai sono andati, e a compiangersi nella “sua vecchiaia”.
In realtà l’invecchiamento è un processo che comporta non solo perdite, ma anche guadagni. Ad esempio con l’invecchiamento l’attività mentale subisce una flessione della velocità di elaborazione e quindi ci si ritrova ad essere più lenti in tutte le funzioni cognitive, però, si ha, d’altra parte, un aumento nell’accumulo di conoscenza e quindi un vocabolario più ricco e una memoria semantica, il magazzino delle nostre informazioni acquisite, molto più sviluppata.
La vecchiaia, come qualsiasi altra fase della vita, comporta dei cambiamenti fisiologici che non si possono arrestare, è vero, abbiamo però nelle nostre mani il modo con cui noi possiamo affrontare questi cambiamenti, per non subirli passivamente, ma per accettarli e adattarsi alla nuova condizione, in modo attivo.
Ogni tanto si sente dire “speriamo di non invecchiare” … ma che senso ha? Se si vive si invecchia, allora forse è meglio dirsi: “Invecchierò, spero, che cosa posso fare per farlo al meglio?”. Ed ecco che qui entra in gioco l’impegnarsi della prima parte del titolo di questo scritto.
Impegno è l’impiego della propria volontà e delle proprie forze per svolgere un determinato compito individuale e collettivo.
In quale compito quindi mettere in gioco le nostra volontà e le nostre forze? In cosa impegnarsi?
Impegnarsi per stare bene invecchiando
Stare bene, innanzitutto, è mantenersi il più possibile in buona salute e quindi inserire nella nostra vita quotidiana attività fisica, corretta alimentazione, attività mentale e socializzazione.
Il gruppo di ricerca geriatrica ha estrapolato dai dati dello studio “Novantenni in salute”, il seguente decalogo di consigli per invecchiare bene.
- Non rinunciare a vivere! Il futuro è nelle nostre mani
- Fare attività fisica: almeno un chilometro al giorno
- Fare attività mentale: leggere libri e giornali
- Conservare le amicizie di sempre e farne di nuove
- Uscire di casa due o più volte al giorno
- Mangiare sano: dieta varia e un bicchiere di buon vino
- Bere più di un litro di acqua al giorno
- Non fumare
- Un bravo dottore è di grande aiuto
- Accettare con serietà e intelligenza il mondo che cambia.
Ma stare bene vuol dire anche divertirsi, nel senso più ampio di trascorrere in modo piacevole le proprie giornate, non semplicemente facendo passare il tempo, ma riempiendo ed impiegando il tempo che si ha. Ci sono innumerevoli modi per impiegare il tempo.
Adesso che si è liberi da quelli che erano i compiti dell’età adulta, come per esempio curarsi dell’educazione dei figli, e garantire loro sicurezza economica, ci si può dedicare di più a sé stessi, alla propria vita privata, alle relazioni con gli altri: si possono curare i propri interessi e coltivare i propri hobby o semplicemente dedicarsi più a lungo a passatempi piacevoli.
Ma ci si può impegnare anche per gli altri facendo volontariato
Sono moltissime le persone anziane che si dedicano alle più diverse attività di questo tipo con grosse soddisfazioni.
In effetti l’impegno come volontari ha almeno due esiti positivi: per gli altri in quanto spesso si aiutano altre persone con le quali spesso si creano delle relazioni che fanno bene sia a chi è aiutato che a chi aiuta, e per sé, in quanto fare volontariato aiuta a mantenere un ruolo e a sentirsi utili.
Si può invecchiare bene, quindi, basta impegnarsi!
Impegnarsi per assumersi la responsabilità del proprio invecchiamento, per continuare ad essere protagonisti attivi della propria vita.