Ci sono nel mondo 46,8 milioni di persone affette da una forma di demenza (la malattia di Alzheimer rappresenta il 50-60% delle demenze e quindi si possono stimare circa 24/28 milioni di casi). Questa cifra è destinata quasi a raddoppiare ogni 20 anni, fino a raggiungere 74,7 milioni di persone nel 2030 e 131,5 milioni nel 2050. Sono oltre 9,9 milioni i nuovi casi di demenza ogni anno, vale a dire un nuovo caso ogni 3,2 secondi.
Considerando l’incidenza dell’Alzheimer, la stima è quindi di circa 5 milioni di nuovi malati di questa forma di demenza ogni anno. Questo è ciò che emerge dal Rapporto Mondiale Alzheimer 2015 “L’impatto Globale della Demenza: un’analisi di prevalenza, incidenza, costi e dati di tendenza”, realizzato dall’Alzheimer’s Disease International (Adi).
I numeri di questa ‘epidemia’ parlano chiaro e si traducono immediatamente in costi sia sociali che economici, fino ad ora sottostimati: ad oggi per la demenza si spendono complessivamente 818 miliardi di dollari annui, aumentati di ben il 35% in 5 anni. Si stima che raggiungeranno i 1000 miliardi in 3 anni: in pratica vale molto di più di aziende come Apple (742 miliardi) e Google (368 miliardi). Questo significa che, se l’assistenza per la demenza fosse una nazione, sarebbe la 18esima economia mondiale.
“Possiamo dire di avere sottostimato la portata dell’epidemia odierna e futura di circa il 12-13% rispetto al Rapporto Mondiale 2009 e con un andamento dei costi che cresce più rapidamente del numero di persone malate“, commenta Martin Prince del King’s College di Londra.
Nel nostro Paese, secondo il rapporto diffuso dalla Federazione Alzheimer Italia, sono 1.241.000 le persone colpite, destinate a diventare 1.609.000 nel 2030 e 2.272.000 nel 2050.
“I nuovi casi nel 2015 – sottolinea Gabriella Salvini Porro, presidente della Federazione Alzheimer Italia – sono stati 269.000 e i costi ammontano a 37,6 miliardi di euro“.
Glenn Rees, presidente di Alzheimer’s Disease International, invoca “azioni mirate ad aumentare la possibilità di accesso a diagnosi tempestiva, supporto post-diagnostico e migliore accesso all’assistenza, soprattutto in Paesi a basso e medio reddito“.
Il continente maggiormente colpito è l’Asia, dove ad oggi vivono quasi 23 milioni di persone affette da una qualche forma di demenza, seguito da Europa (10,5), Americhe (9,4) e Africa (4).