Un sonnellino di troppo potrebbe non essere così innocuo, soprattutto in età avanzata. È quanto emerge da uno studio condotto negli Stati Uniti e pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Neurology, che evidenzia come chi fa sonnellini frequenti durante il giorno abbia un rischio di sviluppare demenza fino a tre volte superiore rispetto a chi non ha questa abitudine.
Le persone anziane che dormono durante il giorno sono privi di entusiasmo a causa di problemi legati al sonno, hanno il triplo delle probabilità di sviluppare una sindrome che può portare alla demenza. La ricerca, basata su un ampio campione di anziani, ha rilevato una correlazione significativa tra il napping diurno e l’incidenza di declino cognitivo. Secondo gli scienziati, i sonnellini frequenti potrebbero essere un segnale di un sonno notturno di scarsa qualità, che nel tempo può compromettere le funzioni cerebrali. La mancanza di un sonno rigenerante durante la notte è già associata a una serie di problematiche, tra cui difficoltà di concentrazione, cali di memoria e, a lungo termine, un declino delle capacità cognitive.
La ‘re-demenza’ sarebbe, secondo gli scienziati, una sindrome caratterizzata, ad esempio, dal camminare a velocità ridotta, oppure da qualche problema di memoria, senza disabilità o demenza. Questa condizione, chiamata sindrome del rischio cognitivo ridotto, si può manifestare prima della demenza.
«I nostri risultati sottolineano la necessità di uno screening per i problemi di sonno» – spiega l’autrice dello studio Victoire Leroy dell’Albert Einstein College of Medicine nel Bronx, New York. «Esiste la possibilità che le persone possano risolvere i problemi di sonno e prevenire così un declino cognitivo più avanti nella vita».
Gli esperti non sono ancora certi se i sonnellini diurni siano una causa diretta della demenza o piuttosto un sintomo precoce, ma l’associazione rilevata è abbastanza forte da lanciare un campanello d’allarme. “Chi ha l’abitudine di riposare frequentemente durante il giorno dovrebbe osservare le proprie abitudini di sonno notturno e, se necessario, parlare con un medico,” ha dichiarato uno degli autori dello studio.
Il consiglio, secondo i medici, è di cercare di ridurre i sonnellini diurni e migliorare la qualità del riposo notturno: una routine regolare, un ambiente favorevole al sonno, e una minore assunzione di caffeina nel pomeriggio possono fare la differenza.