In un momento in cui sono attualissimi temi come la migrazione sanitaria e, più in generale, la gestione di alcuni aspetti della sanità stessa, appare quasi necessario mettere a fuoco anche gli impatti che la malattia, intesa nel senso più ampio, produce sulle persone. In particolar modo sulla famiglia, intesa come luogo in cui la malattia approda, non sempre senza strappi. Le malattie, soprattutto quelle oncologiche che spesso necessitano anche di un trasferimento fisico del paziente, coinvolgono l’individuo ma inevitabilmente tutto il suo contesto familiare. Con conseguenti ripercussioni sugli equilibri interni, sulle relazioni affettive, sui ritmi quotidiani e sulla progettualità futura.
Il convegno “Malattia: una questione di famiglia, La famiglia da soggetto che cura ad oggetto di cura“, ospitato oggi all’interno dell’Istituto dei Tumori di Milano.
Promosso dall’Associazione A casa lontani da casa e patrocinato da Comune di Milano e Regione Lombardia, è un passo importante verso la messa a fuoco di una questione delicata e attuale: è essenziale che la famiglia “impari” ad affrontare gli eventi e adattarsi efficacemente ai numerosi cambiamenti sul piano pratico, relazionale e sociale imposti dalla nuova condizione. Per favorire questo processo di adattamento è necessario che l’attenzione dei curanti, centrata tradizionalmente sul malato e sui suoi bisogni, venga estesa anche alle persone che gli stanno vicino garantendo loro un supporto adeguato durante il processo di cura.
Per questa ragione, la Struttura di Psicologia Clinica dell’Istituto dei Tumori di Milano, che da anni si occupa del benessere del malato durante il percorso terapeutico, ha aperto un ambulatorio dedicato ai familiari dei pazienti. Situato presso la Struttura di Psicologia Clinica e agibile il lunedì e il giovedì dalle 9.00 alle 13.00, ha come obiettivi dare ascolto e supporto nella gestione delle difficoltà incontrate nell’assistere il malato, proporre interventi di sostegno emotivo, favorire il confronto con altri familiari che si trovano nella stessa situazione e fornire informazioni pratiche.
“È in corso un cambio di prospettiva che vede nella famiglia del malato un elemento importante del processo di cura (per le sue ricadute sull’aderenza ai trattamenti e sull’adattamento psicologico del paziente durante tutto l’iter terapeutico). – dichiara la dottoressa Claudia Borreani, Responsabile s.s.d. Psicologia Clinica – Ciò è possibile però solo se la famiglia viene coinvolta, valorizzata e sostenuta adeguatamente nel riconoscimento delle proprie risorse e nel rispetto delle sue difficoltà”.
“L’apertura dell’ambulatorio di Psicologia Clinica ai familiari dei malati, e non solo ai pazienti, è un modo per offrire attenzione e cura a chi deve sostenere la persona colpita da tumore durante il suo difficile percorso – commenta il Presidente dell’Istituto Nazionale dei Tumori, Enzo Lucchini -. Il nuovo servizio offerto, così come il convegno di oggi, è un esempio eccellente di partnership tra pubblico e privato sociale, un modello da poter replicare”.